La scuola per l’innovazione
La contrapposizione che ha caratterizzato il dibattito passato tra una scuola che conserva e una scuola che innova oggi si è inevitabilmente affievolita: un processo di trasformazione permea ogni aspetto della nostra vita, modificando linguaggi, relazioni sociali, modi di apprendere. Esso coinvolge inevitabilmente anche l’Istituzione scolastica, con un movimento dall’interno in atto da decenni (per tutto il corso del novecento essa era stata con alterne vicende, sviluppi ed involuzioni, al centro di movimenti innovativi) e dall’esterno, essendo stata travolta dalla fine del secolo scorso dallo “tsunami” delle competenze (BOTTANI N., 2007). Tale approccio, sviluppatosi con intensità crescente a livello internazionale ed europeo, ridefinisce lo spazio dell’apprendimento, dilatandolo al di là dei confini della scuola e aprendo occasioni di dialogo con il mondo produttivo, delle associazioni, degli enti e con quello del web. Una grande spinta innovativa viene infatti dal mondo digitale, dalle nuove modalità di apprendimento che la rete interattiva Web 2.0 rende possibili e dai bisogni dei New Millennium Learners cresciuti immersi in questo ambiente virtuale e digitale
( http://www.oecd.org/document/10/0,3746,en_21571361_49995565_38358154_1_1_1_1,00.html ). Le nuove e diverse opportunità di apprendimento stanno relativizzando la centralità dell’istituzione scolastica e dell’insegnante, che non sono più la fonte primaria di erogazione del sapere e che dialogano con nuove realtà concorrenziali e addirittura più attraenti, avvantaggiandosene affinchè ciascun allievo possa arricchire il suo percorso di maturazione delle proprie personali competenze.