Secondo il Rapporto McKinsey Education to Employment: Getting Europe’s Youth into Work (Dall’istruzione all’occupazione: l’ingresso nel lavoro dei giovani europei) presentato il 14 gennaio a Bruxelles, in Italia i giovani faticano maggiormente a trovare una occupazione e lo trovano più tardi rispetto ai loro coetanei europei. Inoltre le aziende hanno difficoltà a trovare almeno il 16% delle posizioni ricercate, corrispondenti a circa 65mila posti di lavoro. Altro dato che pone l’Italia in posizione problematica riguarda il fatto che vi sono meno laureati rispetto agli altri paesi europei (il 21,7% dei giovani in età tra i 30 e i 34 anni, contro il 35,8% della media Ue) e non vengono sfruttati al meglio, perché mancano professionisti ad alta specializzazione per la struttura industriale italiana fatta soprattutto di aziende manifatturiere. Secondo quanto riferisce il quotidiano La Repubblica, sono tre le cause individuate dal gruppo di esperti di McKinsey alla base “della difficile transazione dei giovani dalla scuola al mondo del lavoro”. Al primo punto troviamo “lo sbilanciamento quantitativo” tra la domanda delle imprese e le scelte dei giovani, causato da un gap comunicativo e informativo: solo il 38% degli studenti è a conoscenza dell’effettive possibilità di trovare un impiego alla fine del suo percorso scolastico e solo il 30% è informato sulle retribuzioni correlate.
Al secondo punto la “carenza di competenze adeguate ai bisogni del sistema economico”, in particolare, carenze sulle competenze generali, la limitata esperienza pratica e la scarsa padronanza delle lingue.
Infine, McKinsey individua “l’inadeguatezza dei canali di supporto alla ricerca di lavoro”: per trovare una occupazione si ricorre alla rete di conoscenze, amici, e parenti, utilizzando molto limitatamente le Agenzie private per il lavoro e i centri pubblici l’impiego.
Per affrontare la situazione, McKinsey propone un piano nazionale di interventi che coinvolga il governo, il sistema scolastico e il mondo delle imprese con iniziative mirate che abbiamo ricadute sul territorio.