Chicchi di DaD… perché la didattica a distanza non è la replica di una attività tradizionale e può diventare invece l’occasione per scoprire la didattica “con l’allievo al centro”!
Per esempio, si può decidere di proporre agli studenti una lezione videoregistrata (in questo caso un video tratto da fonti accreditate).
Molto consigliabile è la modalità “flipped classroom”, proponendo agli studenti di prendere visione del video, analizzarlo e in coppie – attraverso google drive o attraverso un software per la costruzione condivisa di mappe concettuali – appuntarne i nodi più importanti (piccolo laboratorio di elaborazione autonoma).
Il momento della videolezione vera e propria avverrà successivamente e potrebbe così tramutarsi, anziché in una lezione frontale, in un incontro per porre le proprie domande di chiarimento all’insegnante e per accordarsi tra docente e allievi allo scopo di avviare una ricerca sul tema, magari suddividendo aspetti diversi della tematica tra gruppi di allievi.
Un buon esempio, tra l’altro fonte di interessanti conoscenze scientifiche sull’emergenza in corso, è rappresentato da questo video sul virus COVID19 . Potrebbe essere utilizzato alla scuola secondaria di primo e di secondo grado, a livelli diversi di approfondimento.
Con video di minore complessità l’esperienza di “flipped classroom” può essere realizzata anche alla scuola primaria e nei primi anni della scuola secondaria di primo grado.
In che modo una attività come questa diventa un compito di realtà, ovvero una Unità di Apprendimento?
Definendo con gli studenti il problema da affrontare attraverso la ricerca, il prodotto che si chiede loro di realizzare, il destinatario e il contesto cui il prodotto è rivolto per condividere con altri le conoscenze acquisite e le proposte.
Questo approccio può essere adottato anche nel momento attuale, come modalità per rendere più significativi gli apprendimenti attraverso una didattica a distanza attiva e laboratoriale!