E’ E’ disponibile nel sito della Camera dei deputati-VII Commissione Cultura lo Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato (384).
L’esame dello schema di decreto è stato incardinato il 25 gennaio e, dopo le audizioni svolte, è proseguito nelle sedute del 23 febbraio, del 1o e del 7 marzo 2017.Sono anche disponibili i pareri della VII Commissione Cultura .
Rispetto alla delega della Legge 107, il testo fa retrofront su un aspetto importante per la qualità della valutazione nel primo ciclo di istruzione, perché conserva il voto numerico su scala decimale in luogo delle lettere A,B,C,D,E accompagnate da indicatori e descrittori dei processi.
Il Forum Veneto delle Associazioni si era già precedentemente pronunciato sulla problematica con due documenti, uno del gennaio 2016 e uno del settembre 2016 .
Ora il forum ha prodotto un terzo documento, che si propone all’attenzione di quanti siano interessati al miglioramento della qualità della scuola italiana, anche attraverso i processi innovativi in ambito valutativo.
Oltre al link per la lettura completa del documento, proponiamo qui le ragioni fondamentali per le quali le Associazioni firmatarie sono contrarie alla conservazione del voto:
- perché “fotografa” la situazione e ostacola l’apprezzamento del processo di apprendimento; si pensi alle micidiali “medie”, di fine quadrimestre, docimologicamente aberranti;
- perché semplifica una operazione complessa come la valutazione, e la spinge verso semplice “misurazione”;
- perché presuppone che i voti possanoessere considerati vere e proprie unità di misura di una scala perfetta, con intervalli tra loro perfettamente uguali;
- perché colloca l’alunno in posizione passiva: il voto diventa inappellabile e rigido soprattutto con l’utilizzo del registro elettronico;
- perché, di fatto, finisce con l’attribuire all’alunno il mancato raggiungimento degli apprendimenti senza coinvolgere più di tanto l’attività didattica del docente:
- perché non induce l’autointerrogazione dell’insegnante e non sollecita il suo bisogno formativo;
- perché soprattutto quando è pesantemente negativo incide sull’autostima e sulla motivazione degli alunni, che può alimentare i rischio di dispersione;
- perché non aiuta il processo che porta gli alunni ad apprendere ad autovalutarsi;
- perché stimola il confronto inutile e dannoso nel gruppo e tra le famiglie tra “chi è più bravo”, anziché sollecitare cooperazione e relazione di aiuto;
- tende inevitabilmente a produrre confusione tra “conoscenza” e “competenza”, che finisce con il rendere quest’ultima del tutto accessoria e complementare .